Alcuni giochi mettono in mostra in modo evidente le loro influenze, e *Bloomtown: A Different Story* lo fa con un cenno alla serie Persona. Questo titolo indie presenta un cast giovanile che ricorda i personaggi di Persona, con un gruppo avventuroso che include un Corgi parlante che si trasforma in una potente creatura quando esplora i dungeon, al posto del familiare Koromaru. Nel complesso, è un’esperienza piacevole, anche se le meccaniche di battaglia a volte mancano del fascino che si trova nei tradizionali giochi Persona.
La narrazione inizia con i fratelli Emily e Chester che arrivano a Bloomtown per trascorrere l’estate con il nonno. Le dinamiche familiari accennano a problemi di fondo, fornendo uno sfondo per l’esplorazione e l’avventura. Poco dopo il loro arrivo, Emily viene risucchiata in una realtà alternativa che ricorda la Velvet Room, cercando l’aiuto di Lucifero per combattere la contaminazione demoniaca della città. Questa ricerca prevede l’evocazione di demoni per combattere tra loro al fine di riportare la pace, soprattutto perché una giovane ragazza è misteriosamente scomparsa, preparando il terreno per Emily per formare una squadra e impegnarsi in un combattimento ultraterreno.
La trama è generalmente avvincente, anche se a volte richiede ai giocatori di accettare gli sviluppi della trama senza spiegazioni sufficienti. A volte, i dialoghi e la sceneggiatura brillano, in particolare nei momenti emotivi cruciali; tuttavia, alcuni fili narrativi sembrano affrettati o poco spiegati. Mentre ho apprezzato il concetto generale, segmenti specifici occasionalmente mancavano della profondità necessaria per un coinvolgimento completo.
In vero stile Persona, il gameplay in *Bloomtown* si divide tra l’esplorazione diurna della città e gli incontri in dungeon più oscuri e mistici. Il tempo scorre attraverso varie attività come lavorare, fare shopping, pescare, migliorare le statistiche per le opzioni di conversazione, incontrare gente del posto e coltivare; tutte attività che favoriscono un soddisfacente senso di progressione. Il ritmo è rilassante e i giocatori troveranno ampie opportunità di impegnarsi nelle attività del gioco, rendendo l’esperienza incredibilmente piacevole. Onestamente, giocherei volentieri a un titolo che si concentrasse esclusivamente su questo aspetto.
Tuttavia, il gioco si addentra anche nelle influenze oscure che affliggono individui e comunità. Sebbene non siano mal eseguiti, questi elementi di gameplay più oscuri non sembrano così raffinati come gli aspetti più spensierati della vita quotidiana. Le esplorazioni dei dungeon in sé sono avvincenti, integrando puzzle leggeri che migliorano la progressione, simili alla struttura di Persona, dove il gioco a volte interrompe il dungeon ma consente ai giocatori di gestire compiti del mondo reale.
La sfida fondamentale risiede nel sistema di combattimento e nelle meccaniche di acquisizione dei demoni, che non sono all’altezza del livello stabilito da altri titoli del genere, in particolare dalla serie Persona. Il combattimento funziona su un modello a turni in cui la strategia posizionale è importante; non puoi attaccare i nemici della retroguardia finché le loro controparti in prima linea non sono state eliminate. Sebbene vi siano tentativi di introdurre meccaniche uniche, come la combinazione di abilità elementali per effetti migliorati, le battaglie potrebbero durare più del necessario, anche dopo gli aggiornamenti mirati a migliorare il comportamento del nemico.
Inoltre, il processo di cattura di nuovi demoni in *Bloomtown* è meno diretto rispetto ai franchise Persona o Shin Megami Tensei. Non ricevi opportunità di reclutamento automatico dopo gli incontri; invece, devi continuamente sfruttare le debolezze del nemico. Se la fortuna ti sorride, potrebbe presentarsi un’opportunità di reclutamento, rendendo necessarie visite alla Purple Cage per la gestione dei tuoi demoni catturati.
È sorprendente quanto siano limitanti i sistemi di combattimento e reclutamento, in particolare perché il gioco vanta diversi miglioramenti della qualità della vita presenti in molti giochi di ruolo moderni. La navigazione è intuitiva, il monitoraggio delle missioni è fluido e la mappa dettagliata aiuta i giocatori a individuare facilmente la loro destinazione. L’interfaccia utente è impressionante, ma l’impossibilità di gestire i demoni al di fuori del dominio di Lucifero può essere frustrante. Fortunatamente, come giocatore Switch, ho scoperto che la funzionalità della modalità di riposo ha mitigato alcune preoccupazioni relative alla gestione dei salvataggi.
Un aspetto di *Bloomtown: A Different Story* che cattura davvero è il dettaglio meticoloso del suo design artistico. La straordinaria pixel art è particolarmente evidente mentre si esplorano i tranquilli segmenti della vita quotidiana e, persino nei dungeon, la grafica mantiene il suo fascino. Gli sprite più piccoli dal design intricato, insieme ai design dei mostri riccamente dettagliati, migliorano l’esperienza estetica complessiva.
La mia esperienza con *Bloomtown: A Different Story* è stata piacevole, dimostrando l’impatto significativo di un franchise amato come Persona sulle nuove creazioni. Le interazioni quotidiane all’interno dell’overworld offrono un ricco coinvolgimento dei personaggi insieme a splendide illustrazioni e missioni secondarie. Tuttavia, l’esplorazione dei dungeon potrebbe essere più soddisfacente, poiché le meccaniche di battaglia e i processi di acquisizione dei demoni lasciano a desiderare.
*Bloomtown: A Different Story* è disponibile per Nintendo Switch , PS4, PS5 , Xbox Series X e PC .
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